lunedì 22 novembre 2010

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Due giorni dopo Matthew Cutbert venne portato al cimitero, lontano da casa sua, dai campi che aveva coltivato, dal frutteto che aveva amato, dagli alberi che aveva piantato. Poi ad Avolnea la vita tornò sui soliti placidi binari e anche a Green Gables riprese il tran tran di sempre. I lavori si svolgevano regolarmente, i compiti e doveri erano sempre gli stessi, anche se aleggiava nell'aria il senso di una dolorosa perdita. Per Anna quello era stato il primo grande dolore della sua vita e ora provava una specie di rimorso nello scoprire che tutto continuava allo stesso modo anche senza Matthew. Il sole continuava a sorgere trionfante ogni mattina dietro le colline, pallidi germogli di rosa spuntavano in giardino e lei poteva goderne come un tempo! Le visite di Diana, le sue chiacchiere, la sua gioia di vivere le facevano piacere. Insomma, la bellezza della natura in fiore, l'affetto e l'amicizia non avevano perduto il loro potere di rallegrarla, di far palpitare il suo cuore. La vita aveva ancora tanto da offrirle.
«A volte mi sembra sleale nei confronti di Matthew provare piacere per tutto questo, ora che lui non c'è più» disse mestamente alla signora Allan, una sera, durante una conversazione nel giardino del presbiterio.
«Sento la sua mancanza, sempre, eppure, signora Allan, il mondo e la vita mi appaiono sempre belli, pieni di interesse. Oggi Diana ha detto qualcosa di divertente e io sono scoppiata a ridere. Quando Matthew è morto ho pensato che non sarei più riuscita neanche a sorridere. E invece...»
La signora Allan la interruppe.
«A Matthew piaceva sentirti ridere e gli piaceva sapere che godevi le cose buone della vita. Ora non c'è più, ma è contento ugualmente che tu continui ad apprezzarle. Ho la certezza che non dovremmo rifiutare quei benefici che la natura ci offre, ma capisco comunque i tuoi sentimenti, perché li ho conosciuti anch'io. Ci sconvolge il pensiero di provare qualche gioia, di riprendere interesse all'esistenza quando una persona cara non c'è più, ma è sbagliato Anna.»
Tratto da "Anna dai capelli rossi" di Lucy Maud Montgomery

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